Geneologia de gli dei : i qvin deci libri . ho quejio per certijìimo,Se il fgnore non guarderà la citta j in uaano uegghia quello,che la cujiodifce. è infuo potere ilferbare,rj rouinare. A luifolo fi appartiene ilfapere quanto tutte le cofe mondane funo per durare , ^ quantcèoper cadere, in lui e tutta lafpeme de i prudenti. Egli fél uegga ? 1 o perche ho cono»fciuto lopra mia piena di feffure-jk ho commandatOyChefa humile ^fapendo , che id*dio concede gratie agli hawli, Ma chejio io a fare parole della lunghezza , cr deldurare di leifefjendo a me grandifìima cofa , fu


Geneologia de gli dei : i qvin deci libri . ho quejio per certijìimo,Se il fgnore non guarderà la citta j in uaano uegghia quello,che la cujiodifce. è infuo potere ilferbare,rj rouinare. A luifolo fi appartiene ilfapere quanto tutte le cofe mondane funo per durare , ^ quantcèoper cadere, in lui e tutta lafpeme de i prudenti. Egli fél uegga ? 1 o perche ho cono»fciuto lopra mia piena di feffure-jk ho commandatOyChefa humile ^fapendo , che id*dio concede gratie agli hawli, Ma chejio io a fare parole della lunghezza , cr deldurare di leifefjendo a me grandifìima cofa , fu pur pieno cauerne,cr di trafparenze, fi come lho potuta comporre j che poffa arriuarcMfQe {ue mant^acciochetu conofca non dirò la mia uigilansZ<i, ma la mia uhbidienzd . Qnejla à me farà af*fai . Se poi findmente durerà più oltre j i/ìiamo effcre da imputare alla bontà diui*ìli , et alla fèrtund reale ? CX^VINTODECIMO. 17 z CHE LE MEMBR^f T)l quefl oprapiù propriamente non lì hanno potuto congiungtrc,. *imdgwo,chefoprdueyYdnnoaUuniiCheuedute quelle co fesche hau* rdmo uifio doiKt ejjèr cofa più defìderabile dllhuc* mo prudente quejìd mole dtiddre a terrd , che durare lungamente, ejjèndo il proprio fuo difitto per leudrui i cd/j, iqudU la continudtio ne dimojì fpetidlmentc quejìo,ch€ tal machina e formata ah la riuerfcia col petto ìargo^et chino a terra, et con i piedi uerfo il fententia di i medicine cjadila terra cuopuegli trrori, efjetìdo /pe/?tj?tme uolte ancho delle cofefcritte^et bene dette,perche fono in publico, lacerate di i denti cdmni,o almeno datole noia col lattrare^et medefmamente ciuap gittata a terra dalle parole di caminanti quello,chefi conipojìo congrandiflimafdti» cd,et confermato fino doue e fìdto pof^ibile con lauttorita dhucmini iltujìri. Ma chef tgli è da patire il tutto,accio che con lhumilta pano cdlcate le co fé proterue. Nondimea no d cuefii^c


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